lunedì 7 gennaio 2008

Abbasso l'irpef...

Sul blog cittadino Rosalio, l'ottimo Giuseppe Lo Bocchiaro pubblica questa bellissima vignetta.
Un "pizzaiolo" palermitano (uno stimato imprenditore? un commerciante illuminato?) si chiede, dopo gli ultimi arresti eccellenti, perpesso ed un po' spaesato: "E ora il pizzo a chi lo paghiamo?".
Questa vignetta fotografa, in maniera fulminante ed esaustiva, la "realtà antropomorfica" dell' imprenditore/commerciante/bottegaio/affarista palermitano-medio.
Dirò di più: la "realtà antropomorfica" di parte (larga?) del palermitano-medio.
Con gli anni, il variare delle stagioni e la selezione naturale, nel dna del palermitano-medio si sono sedimentate una serie di convinzioni:
non è la mafia il problema della nostra società;
lo è di più lo Stato, che - coi suoi vincoli, balzelli, inceppi, lungaggini burocratiche - appesantisce le dinamiche economiche;
un clima di diffusa illegalità rappresenta il "brodo di coltura" ideale per far funzionare le attività affaristiche/imprenditoriali - insignificanti, piccole o grandi - legali, confinanti coll'illegalità, criminali.
Tale convinzione, come una mala erba, s'è radicata in maniera trasversale, interclassista, "democratica": senza distinzione di sesso, credo religioso, politico e senza distinzione di classe sociale: imprenditori, commercianti, liberi professionisti, spacciatori, posteggiatori abusivi, truffatori, etc.
Tutti con uno slogan comune: strizzare l'occhio all'illegalità aiuta a vivere meglio, a presidiare la difesa dei nostri interessi di bottega e a far meglio i nostri affari.
Quindi: abbasso l'irpef e viva il pizzo.

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