
Attorno alle 15.30 passo davanti le vetrine di un noto negozio di pelletteria di viale della Libertà.
Uno di quelli inserito con nome, ramo d’impresa e cifra mensile, tra i “pizzaioli” nei famosi libri contabili del boss LoPiccolo.
Espone dei vistosi cartelloni che pubblicizzano gli sconti, ma tu cosa pensi?
La gente ha letto, memorizzato, annotato ed ha concluso: “io, nel negozio di quel commerciante lì, che è un finanziatore della mafia e che mi fa pagare il supplemento-pizzo, non ci entrerò mai più!”
Macche! C’erano almeno cinquanta persone che si accalcavano in attesa dell' apertura del negozio.
Sono ripassato attorno alle 17.30: la gente invadeva il marciapiede e l’ingresso dei clienti era regolato da boygard.
Conosco l’obiezione. Chissà quanti altri “bottegai” pagano il pizzo e non sono finiti sulle colonne del giornale.
E che significa? Se scopro che quello che reputo un “amico” mi vuole fregare, non sto a considerare che - forse - anche altri vorrebbero fare lo stesso. Io lo mando a quel paese.
Però il mondo è bello perchè è vario.
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