venerdì 11 gennaio 2008

Code, pizzi e vecchi merletti.

Avevo alcune faccenda da sbrigare in centro.
Attorno alle 15.30 passo davanti le vetrine di un noto negozio di pelletteria di viale della Libertà.
Uno di quelli inserito con nome, ramo d’impresa e cifra mensile, tra i “pizzaioli” nei famosi libri contabili del boss LoPiccolo.
Espone dei vistosi cartelloni che pubblicizzano gli sconti, ma tu cosa pensi?
La gente ha letto, memorizzato, annotato ed ha concluso: “io, nel negozio di quel commerciante lì, che è un finanziatore della mafia e che mi fa pagare il supplemento-pizzo, non ci entrerò mai più!”
Macche! C’erano almeno cinquanta persone che si accalcavano in attesa dell' apertura del negozio.
Sono ripassato attorno alle 17.30: la gente invadeva il marciapiede e l’ingresso dei clienti era regolato da boygard.
Conosco l’obiezione. Chissà quanti altri “bottegai” pagano il pizzo e non sono finiti sulle colonne del giornale.
E che significa? Se scopro che quello che reputo un “amico” mi vuole fregare, non sto a considerare che - forse - anche altri vorrebbero fare lo stesso. Io lo mando a quel paese.
Però il mondo è bello perchè è vario.

Nessun commento: