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martedì 5 febbraio 2008
venerdì 11 gennaio 2008
Code, pizzi e vecchi merletti.
Avevo alcune faccenda da sbrigare in centro.
Attorno alle 15.30 passo davanti le vetrine di un noto negozio di pelletteria di viale della Libertà.
Uno di quelli inserito con nome, ramo d’impresa e cifra mensile, tra i “pizzaioli” nei famosi libri contabili del boss LoPiccolo.
Espone dei vistosi cartelloni che pubblicizzano gli sconti, ma tu cosa pensi?
La gente ha letto, memorizzato, annotato ed ha concluso: “io, nel negozio di quel commerciante lì, che è un finanziatore della mafia e che mi fa pagare il supplemento-pizzo, non ci entrerò mai più!”
Macche! C’erano almeno cinquanta persone che si accalcavano in attesa dell' apertura del negozio.
Sono ripassato attorno alle 17.30: la gente invadeva il marciapiede e l’ingresso dei clienti era regolato da boygard.
Conosco l’obiezione. Chissà quanti altri “bottegai” pagano il pizzo e non sono finiti sulle colonne del giornale.
E che significa? Se scopro che quello che reputo un “amico” mi vuole fregare, non sto a considerare che - forse - anche altri vorrebbero fare lo stesso. Io lo mando a quel paese.
Però il mondo è bello perchè è vario.
Attorno alle 15.30 passo davanti le vetrine di un noto negozio di pelletteria di viale della Libertà.
Uno di quelli inserito con nome, ramo d’impresa e cifra mensile, tra i “pizzaioli” nei famosi libri contabili del boss LoPiccolo.
Espone dei vistosi cartelloni che pubblicizzano gli sconti, ma tu cosa pensi?
La gente ha letto, memorizzato, annotato ed ha concluso: “io, nel negozio di quel commerciante lì, che è un finanziatore della mafia e che mi fa pagare il supplemento-pizzo, non ci entrerò mai più!”
Macche! C’erano almeno cinquanta persone che si accalcavano in attesa dell' apertura del negozio.
Sono ripassato attorno alle 17.30: la gente invadeva il marciapiede e l’ingresso dei clienti era regolato da boygard.
Conosco l’obiezione. Chissà quanti altri “bottegai” pagano il pizzo e non sono finiti sulle colonne del giornale.
E che significa? Se scopro che quello che reputo un “amico” mi vuole fregare, non sto a considerare che - forse - anche altri vorrebbero fare lo stesso. Io lo mando a quel paese.
Però il mondo è bello perchè è vario.
giovedì 10 gennaio 2008
Targhe alterne? Si cambia e poi si ricambia e poi...
Che confusione! Auto pari i giorni pari, auto dispari i giorni dispari. Ma non i giorni pari o dispari della settimana, bensì i giorni pari o dispari del calendario. Ed i giorni dispari-dispari 31 gennaio/1 febbrario, 29 febbraio/1 marzo, 31 marzo/1 aprile? Targhe dispari-dispari o dispari-pari? Ed il centro storico? E la domenica? Ed i controlli dei vigili urbani?
Attendiamo le delibere, con successive modifiche ed integrazioni, della strana coppia: Sindaco & Assessore con delega alla Viabilità, alias Sindaco Avatar Cammarata & famoso avvocato Jimmy D'Azzò.
Noi, confessiamo, ci arrendiamo davanti a tanta incompetenza, improvvisazione e pressapochismo.
Non siamo i soli.
Ricopiamo una bellissima lettera pubblicata ieri, 09/01/2008, sulla edizione palermitana di Repubblica, nella rubrica "Lettere e commenti", a firma del lettore Roberto Albertini.
Attendiamo le delibere, con successive modifiche ed integrazioni, della strana coppia: Sindaco & Assessore con delega alla Viabilità, alias Sindaco Avatar Cammarata & famoso avvocato Jimmy D'Azzò.
Noi, confessiamo, ci arrendiamo davanti a tanta incompetenza, improvvisazione e pressapochismo.
Non siamo i soli.
Ricopiamo una bellissima lettera pubblicata ieri, 09/01/2008, sulla edizione palermitana di Repubblica, nella rubrica "Lettere e commenti", a firma del lettore Roberto Albertini.
Targhe pari o dispari
di
Roberto Albertini
Nel mese pari (dicembre) di un anno dispari (2007), sindaco ed assessore esperto in mobilità decisero per le targhe alterne: se dispari non dovevano circolare nei giorni pari della settimana.
Nell’anno pari (2008) e nel mese dispari (gennaio) però a partire da un giorno pari (14) le targhe pari non potranno circolare nei giorni dispari del mese anche se questo mese è pari, a meno che non sia di 31 giorni, nel qual caso potranno circolare insieme quelle dispari intasando il centro in modo impareggiabile.
L’assessore comunale in questione ha dichiarato: “la lotta allo smog è una battaglia impari per ogni amministrazione, pari solo a quella contro le doppie file”.
Certo ogni provvedimento dell’amministrazione comunale non dovrà creare disparità tra cittadini e quindi quelli con cognomi con numero dispari di lettere, purchè non abitino in numeri civici pari, avranno l’impareggiabile opportunità di non pagare la contravvenzione nella zona blu se l’ora in essa annotata sommata alla targa divisa per l’ultima cifra della penultima contravvenzione risulterà pari.
O forse dispari?
Parimenti accadrà per la sosta in fila dispari.
Eccezionali i nostri amministratori, anche perché pare che i loro stipendi siano solo parificati a quelli dei colleghi di altre città nelle quali una simile impareggiabile fantasia non è offerta ai loro cittadini.
Questa, si, una disparità insopportabile.
(Dalla rubrica "Lettere e commenti" della Repubblica-Palermo dell'09 gen 2008)
mercoledì 9 gennaio 2008
martedì 8 gennaio 2008
L'emergenza infinita.
Il Presidente del consiglio, Romano Prodi, con aria drammatica e piglio autoritario annuncia le misure prese dal governo, per fronteggiare l’”emergenza rifiuti” in Campania.
Video
Quindi impiego dell’esercito per rimuovere qualsiasi inciampo all’utilizzazione delle discariche già identificate (l’esercito farà la guerra alla munnizza o ai manifestanti campani?), la nomina dell’ennesimo commissario straordinario nella persona del prefetto Gianni DeGennaro e, nel medio periodo, la costruzione di tre termovalorizzatori (Acerra, S.Maria La Fossa e Salerno) oltre che di un numero sufficiente di discariche per assicurare l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti prodotti.
Eccoci allora, dopo quindici anni, al punto di partenza: alla costruzione dei termovalorizzatori od incenitori.
Nel primo piano regionale per la gestione dei rifiuti campani, risalente al 1994, gli inceneritori dovevano essere tredici, poi ridotti a tre, poi a due, infine ad uno: Acerra.
Naturalmente non è mai stato costruito.
Adesso Prodi ce ne promette addirittura tre.
Per costruirne uno occorrono, se non ci sono inciampi, due anni.
Ciò significa che se quello di Acerra fosse operativo entro il 2009-2010, occorrerebbero tra i cinque ed i sette anni per smaltire i cinque milioni di “ecoballe” accumulate finora ed un altro paio di anni per smaltire quelle che si produrranno da domani all’inaugurazione dell’inceneritore.
Nel frattempo si dovranno utilizzare – con costi elevatissimi - le discariche che sorgono in vasti appezzamenti di terreno, che la camorra – con intraprendente logica imprenditoriale – ha acquistato per tempo a prezzi stracciati..
Si dovranno approntare remuneratissimi trasferimenti di “ecoballe” in altre regioni, in Italia ed all’estero.
Si dovranno bonificare terreni, monitorizzare l’aria, etc, etc.
Tutto ciò con la connivenza dei politici, che con la loro inefficienza, hanno trasformato lo smaltimento dei rifiuti, in un businiss miliardario.
E’ questo uno degli esempi nei quali non è la criminalità organizzata a corrompere lo Stato, quanto l’inefficienza dello Stato a consentire l’irruzione della camorra nel business degli affari.
Video
Quindi impiego dell’esercito per rimuovere qualsiasi inciampo all’utilizzazione delle discariche già identificate (l’esercito farà la guerra alla munnizza o ai manifestanti campani?), la nomina dell’ennesimo commissario straordinario nella persona del prefetto Gianni DeGennaro e, nel medio periodo, la costruzione di tre termovalorizzatori (Acerra, S.Maria La Fossa e Salerno) oltre che di un numero sufficiente di discariche per assicurare l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti prodotti.
Eccoci allora, dopo quindici anni, al punto di partenza: alla costruzione dei termovalorizzatori od incenitori.
Nel primo piano regionale per la gestione dei rifiuti campani, risalente al 1994, gli inceneritori dovevano essere tredici, poi ridotti a tre, poi a due, infine ad uno: Acerra.
Naturalmente non è mai stato costruito.
Adesso Prodi ce ne promette addirittura tre.
Per costruirne uno occorrono, se non ci sono inciampi, due anni.
Ciò significa che se quello di Acerra fosse operativo entro il 2009-2010, occorrerebbero tra i cinque ed i sette anni per smaltire i cinque milioni di “ecoballe” accumulate finora ed un altro paio di anni per smaltire quelle che si produrranno da domani all’inaugurazione dell’inceneritore.
Nel frattempo si dovranno utilizzare – con costi elevatissimi - le discariche che sorgono in vasti appezzamenti di terreno, che la camorra – con intraprendente logica imprenditoriale – ha acquistato per tempo a prezzi stracciati..
Si dovranno approntare remuneratissimi trasferimenti di “ecoballe” in altre regioni, in Italia ed all’estero.
Si dovranno bonificare terreni, monitorizzare l’aria, etc, etc.
Tutto ciò con la connivenza dei politici, che con la loro inefficienza, hanno trasformato lo smaltimento dei rifiuti, in un businiss miliardario.
E’ questo uno degli esempi nei quali non è la criminalità organizzata a corrompere lo Stato, quanto l’inefficienza dello Stato a consentire l’irruzione della camorra nel business degli affari.
lunedì 7 gennaio 2008
Abbasso l'irpef...
Sul blog cittadino Rosalio, l'ottimo Giuseppe Lo Bocchiaro pubblica questa bellissima vignetta.
Un "pizzaiolo" palermitano (uno stimato imprenditore? un commerciante illuminato?) si chiede, dopo gli ultimi arresti eccellenti, perpesso ed un po' spaesato: "E ora il pizzo a chi lo paghiamo?".
Questa vignetta fotografa, in maniera fulminante ed esaustiva, la "realtà antropomorfica" dell' imprenditore/commerciante/bottegaio/affarista palermitano-medio.
Dirò di più: la "realtà antropomorfica" di parte (larga?) del palermitano-medio.
Con gli anni, il variare delle stagioni e la selezione naturale, nel dna del palermitano-medio si sono sedimentate una serie di convinzioni:
non è la mafia il problema della nostra società;
lo è di più lo Stato, che - coi suoi vincoli, balzelli, inceppi, lungaggini burocratiche - appesantisce le dinamiche economiche;
un clima di diffusa illegalità rappresenta il "brodo di coltura" ideale per far funzionare le attività affaristiche/imprenditoriali - insignificanti, piccole o grandi - legali, confinanti coll'illegalità, criminali.
Tale convinzione, come una mala erba, s'è radicata in maniera trasversale, interclassista, "democratica": senza distinzione di sesso, credo religioso, politico e senza distinzione di classe sociale: imprenditori, commercianti, liberi professionisti, spacciatori, posteggiatori abusivi, truffatori, etc.
Tutti con uno slogan comune: strizzare l'occhio all'illegalità aiuta a vivere meglio, a presidiare la difesa dei nostri interessi di bottega e a far meglio i nostri affari.
Quindi: abbasso l'irpef e viva il pizzo.
Un "pizzaiolo" palermitano (uno stimato imprenditore? un commerciante illuminato?) si chiede, dopo gli ultimi arresti eccellenti, perpesso ed un po' spaesato: "E ora il pizzo a chi lo paghiamo?".
Questa vignetta fotografa, in maniera fulminante ed esaustiva, la "realtà antropomorfica" dell' imprenditore/commerciante/bottegaio/affarista palermitano-medio.
Dirò di più: la "realtà antropomorfica" di parte (larga?) del palermitano-medio.
Con gli anni, il variare delle stagioni e la selezione naturale, nel dna del palermitano-medio si sono sedimentate una serie di convinzioni:
non è la mafia il problema della nostra società;
lo è di più lo Stato, che - coi suoi vincoli, balzelli, inceppi, lungaggini burocratiche - appesantisce le dinamiche economiche;
un clima di diffusa illegalità rappresenta il "brodo di coltura" ideale per far funzionare le attività affaristiche/imprenditoriali - insignificanti, piccole o grandi - legali, confinanti coll'illegalità, criminali.
Tale convinzione, come una mala erba, s'è radicata in maniera trasversale, interclassista, "democratica": senza distinzione di sesso, credo religioso, politico e senza distinzione di classe sociale: imprenditori, commercianti, liberi professionisti, spacciatori, posteggiatori abusivi, truffatori, etc.
Tutti con uno slogan comune: strizzare l'occhio all'illegalità aiuta a vivere meglio, a presidiare la difesa dei nostri interessi di bottega e a far meglio i nostri affari.
Quindi: abbasso l'irpef e viva il pizzo.
venerdì 4 gennaio 2008
Targhe alterne.
Targhe alterne? Da lunedi 14 si cambia.
Circoleranno le auto con targa dispari, i giorni dispari del mese e quelle con targa pari (zero compreso), i giorni pari del mese.
Questa eccezionale modifica, secondo il sig. sindaco, è «…un modo per rendere più logico e meno penalizzante il provvedimento alternando i giorni e dando a turno a tutti le stesse possibilità e gli stessi diritti».
Minghia sig. tenente!
L’Avatar - dopo le abbuffate festaiole - riemerge dal letargo, riprendendo, con decisioni logiche e non penalizzanti, le redini della città.
Targhe pari o dispari? Giorni della settimana o del mese? Siamo nel campo della sperimentazione pura: manco fosse la prima volta che a Palermo o in Italia si adottano simili, inutili, provvedimenti.
Per cui dovremo attenderci una pioggia di delibere che contengano progressivi aggiustamenti che contrastino la diffusione delle polveri sottili.
Nel frattempo il livello di inquinamento ha raggiunto livelli dall’erta.
Studiare una chiusura ragionata del centro storico? Non se parla!
Restituirlo alla vivibilità pedonale, come in tutti i centri storici italiani ed europei? Stupidate!
Purtroppo chi comanda in città sono i commercianti.
Ognuno ha le proprie croci.
Noi abbiamo le nostre: venditori, "pizzaioli" e lobbisti
Circoleranno le auto con targa dispari, i giorni dispari del mese e quelle con targa pari (zero compreso), i giorni pari del mese.
Questa eccezionale modifica, secondo il sig. sindaco, è «…un modo per rendere più logico e meno penalizzante il provvedimento alternando i giorni e dando a turno a tutti le stesse possibilità e gli stessi diritti».
Minghia sig. tenente!
L’Avatar - dopo le abbuffate festaiole - riemerge dal letargo, riprendendo, con decisioni logiche e non penalizzanti, le redini della città.
Targhe pari o dispari? Giorni della settimana o del mese? Siamo nel campo della sperimentazione pura: manco fosse la prima volta che a Palermo o in Italia si adottano simili, inutili, provvedimenti.
Per cui dovremo attenderci una pioggia di delibere che contengano progressivi aggiustamenti che contrastino la diffusione delle polveri sottili.
Nel frattempo il livello di inquinamento ha raggiunto livelli dall’erta.
Studiare una chiusura ragionata del centro storico? Non se parla!
Restituirlo alla vivibilità pedonale, come in tutti i centri storici italiani ed europei? Stupidate!
Purtroppo chi comanda in città sono i commercianti.
Ognuno ha le proprie croci.
Noi abbiamo le nostre: venditori, "pizzaioli" e lobbisti
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